Assistenti sociali in casa Viandanti

Chiara - giovane alcolista

Forse non tutti sanno che in casa Viandanti abbiamo rischiato più di una volta la visita a sorpresa degli assistenti sociali. È giunto il momento di raccontarvi tutto, nonché di crearci un alibi relativamente credibile da raccontare alle autorità.

Partiamo dall’inizio.

Qualche anno fa, ai tempi in cui la Paperella andava all’asilo e diceva solo qualche parola ogni tanto, era già cominciata la mia sfavillante carriera di portatore di bambini all’asilo (anche con ottimi risultati, ben diversi da quella di recuperatore di bambini dall’asilo, che invece mi riesce malissimo) e come tutte le mattine mi sono presentato per la consegna della pupattola. Entro brillante e di fretta come sempre, sfodero il mio miglior sorriso e comincio a pronunciare la frase di rito “ciao Paperella, divertiti con le dade” quando il diabolico angioletto sfodera la sua migliore pronuncia in un meraviglioso “babbo beve!”.

Spiegateglielo voi che sta raccontando della sera prima, quando abbiamo imparato a bere dal bicchiere, e che non sono un alcolizzato all’ultimo stadio.

Ma questo è poco in confronto a quello che ci ha combinato la Leprepazza pochi anni dopo.

Ormai ero un mago della consegna dei bambini: entrata, saluto, svestizione, bacio, abbracciatona, controbacio, saluto, “civediamodopoacasa” in 3 minuti secchi. È record. Affronto sicuro l’ultima fase della consegna (la fuga a gambe levate è una specialità dei padri) quando vengo placcato dalla direttrice che mi riporta una curiosa frase della tenera creatura: “io la sera guardo la mamma quando si buca”.

Ottimo, dopo il babbo alcolizzato abbiamo la mamma eroinomane. Poco conta il fatto che in quel periodo la gravidanza della Pallottola aveva causato a Nomade il diabete gestazionale, costringendola alle punture di insulina quotidiane.

Ma siccome non c’è due senza tre anche la Pallottola ha voluto scrivere il suo personale capitolo del libro “padri e madri: storie di figuracce inevitabili”.

È stato un lampo, un momento, un istante. L’altra sera la piccola divoratrice di cibo era ormai stanca e voleva andare a nanna. Si avvicina ai genitori ed esclama “babbo, Whiskey nanna”. Silenzio generale tra i presenti in sala. Scoppia una risata generale perché fortunatamente sono in molti tra i presenti a sapere che Whiskey ragnetto è una delle canzoncine preferite dalla creaturina, quindi nessuno dà troppo peso alla cosa e io salgo le scale per addormentarla.

È solo al piano di sopra che si consuma l’ultimo atto di questa tragedia di potenziali fraintendimenti.

babbo: “Pallottola, facciamo Whiskey nanna?”.
Pallottola: “Gnò. Nanna bum bum!”.

Ora, se io vi giuro che “bum bum” è una parte fondamentale della ninna nanna La carovana voi mi credete e, per favore, mi passate sale e limone per berci su?

 

P.S.
Tranquilli, quella dell’immagine non è la Pallottola. È la Paperella in una foto di repertorio.

6 Responses

  1. Alessandro Pantani ha detto:

    Le testimonianze a favore di questi genitori possono essere fornite a modico prezzo, trattiamo?

  2. Giuseppe Di Paolo ha detto:

    agriturismo “La Roccia” – Roccamorice

  3. Anna Rocchi ha detto:

    Vera foto di paperella qualche estate fa!!

  4. Io vi adoro…

  5. Giuseppe Lanzi ha detto:

    🙂

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