
In questo periodo si comincia a ragionare di vacanze, e quindi un po’ anche a farsi due conti in tasca. Le fanciulle a quanto pare hanno orecchie aguzze, perché nelle ultime cene sono planate sul tavolo un paio di proposte di business con l’evidente scopo di alzare un po’ il budget familiare per l’estate.
Esordisce qualche giorno fa Piperita, 10 anni, fresca di studi matematici a scuola sulla compravendita (spesa, guadagno ricavo).
Pip: “Babbo, io ho un’idea. Un’idea geniale!” (la modestia ancora non l’ha studiata, evidentemente. Sarà programma delle medie…).
Babbo: “Spara!”
Pip: “Ho avuto un’idea che risolverà tutti i nostri problemi economici!”
Io: “Ma veramente non abbiamo problemi economici, è solo che non possiamo di punto in bianco prendere 6 aerei per andare dall’altro capo del mondo!! Non rientra nella categoria dei problemi economici, questo!”
Figlie grandi (che normalmente stroncano qualsiasi suggerimento della terza, ma curiosamente questa volta sono alleate e compatte nell’interesse, forse perché sperano in una svolta nelle vacanze): “Stai buona mamma, sentiamo la sua idea, lasciala parlare!”
Babbo: “Dai, Piperita, sono pronto!”
Pip: “Allora, noi raccogliamo tutti i nostri soldi. Ma tutti! Anche io ne ho un po’ da parte, penso 70 euro, e ve li do, anche le sorelle…”
Perplessità e borbottii delle sorelle; il fronte compatto sta già iniziando a sfaldarsi.
Babbo: “Okay, grazie del contributo, ma difficilmente andremo lontano con quelli…”
Pip: “No no, aspetta! Poi con tutti i nostri soldi da parte ci compriamo una grandissima macchina!”
Io: “Una macchina? Per farci che?”
Pip: “Mamma, una macchina che STAMPA i soldi! No, no, non mi interrompere, lo so, lo so che costerà un sacco, ma pensa dopo quanti soldi possiamo farci in casa per recuperare quelli che abbiamo speso!!”
Forse, ma dico forse, la nostra educazione alla legalità ha avuto qualche leggerissima lacuna.
Passa qualche giorno di relativa calma (e meditazioni profonde), poi ieri sera prende la parola la piccola seienne (e io già rabbrividisco):
Quisquilia: “Mamma, da ora in avanti possiamo tenere da parte gli scatoloni? Mi servono.”
Babbo: “Quali scatoloni, scusa, mica siamo in trasloco?!”
Io: “A parte ciò, a cosa ti servono, esattamente degli scatoloni?”
Q, tutta tronfia, gonfiando il petto: “Mi servono perché ho deciso che aprirò un chiosco!”
Io: “Un chiosco? Dove, come e con chi?”
Babbo: “Conoscendo il soggetto, mi preoccupa soprattutto il con chi…”
Q: “Con Manu!”
Io: “Ahhh, Manu il tuo seienne compagno di classe? I due geni della finanza, insomma! E dove lo aprite questo chiosco?”
Q (con pazienza, come chi deve spiegare delle cose ovvie a un bambino): “Mamma, ma a casa di Manu, no?? E ci servono gli scatoloni per costruirlo!”
Io: “Logico, dove sennò. E dimmi, la sua mamma è informata di questi vostri progetti?”
Q, con una scrollatina di spalle: “Non lo so. Io devo procurare gli scatoloni, e lui la casa.”
Io: “Beh, forse se desiderate aprire un’attività commerciale nel suo salotto, è il caso che perlomeno la sua mamma ne sia al corrente…”
Q, accondiscendente: “Non so se staremo in salotto, comunque per me va bene. Quindi, posso?”
Io: “Ma poi, un chiosco di che?? Cosa venderete in questo chiosco?”
Q: “Degli aeroplanini di carta!!”
Ammutolimento generale.
Q, gongolando: “E’ un’idea bellissima, vero? L’ho avuta TUTTA io! TUTTI vogliono gli aeroplani, no?!”
Se continuiamo così, prevedo un’estate in città…