Sono in molti a chiederci informazioni riguardo all’attività agonistica di Paperella e Leprepazza, così abbiamo deciso di scrivere la nostra ricetta.
La preparazione dei genitori di agonisti infatti non è semplice, se poi si parla di ginnastica artistica è ancora più difficile. È necessaria una dieta ferrea, con elementi scelti accuratamente e preparati con cura.
Si comincia con un antipasto di categorie improbabili e di nomi di esercizi apparentemente incomprensibili, mutuati dalle lingue più disparate.
Giovane atleta: “Babbo, sai che oggi ho fatto un popa?“.
Genitore: “Un che? Cosa diavolo è un popa? Piuttosto, la stiamo migliorando quella cavolo di kip?” – o chip / quippe / chiappe o come cavolo di scrive.
Poi si continua con la totale incapacità di valutare se l’esercizio è venuto bene o meno, condita con il rischio permanente di vedere i mobili della casa distrutti da evoluzioni acrobatiche che nemmeno i funamboli o i bulgari del trio. Sali le scale in preda al panico, dopo aver sentito quella che sembrava proprio la caduta delle mura di Gerico e poi “Babbo, mi stavo solo allenando…” – “ah…“.
Il piatto forte sono gli allenamenti quotidiani, chili di impacchi di argilla e arnica – “Ancora argilla nella lista della spesa? Ma che ci dovete fare, le statue? E poi anche l’arnica… ormai è la seconda voce nella lista della spesa di fianco al pane!“.
Contorno di crisi di autostima in prossimità delle prove.
GA: “Non valgo niente! Non riesco nemmeno a tenere le gambe tese nella kip!“.
G: “Dai piccola, non dire così… sei bravissima e fai cose fantastiche. A proposito, sai mica come si scrive kip?“.
In caso di sorelle in categorie diverse ed età diverse ma non troppo (come qualcuno che conosco), al termine della cena seguirà dessert con moltiplicazione di coppie di gare ubique.
Questa particolare razza di manifestazioni agonistiche gira sempre in coppia, ogni membro della coppia ha 3 caratteristiche sempre diverse dall’altro: data, luogo e categoria. Da Lignano Sabbiadoro a Fermo non c’è palazzetto in cui l’allenatrice, insostituibile compagno dei genitori, non abbia fatto tappa. Abbiamo ordinato l’ubiquità su Amazon, ce la mandano appena torna disponibile.
Terminato il pasto atletico una bambina normale spererebbe a luglio di andare a spiaggiarsi come tutti gli altri bambini di questo mondo sognano. E invece no, gli allenamenti continuano, anzi “Ma babbo questo è il periodo più divertente: si va avanti col programma!” – “ah… ho capito. Almeno mi puoi dire come si scrive quippe?“.
Sembra follia e verrebbe da chiedersi cosa ci si guadagna. Abbiamo fatto per voi un rapidissimo elenco di quello che vediamo nelle nostre piccole wannabecomaneci per dimostrarvi che non ci sono dubbi:
- una gran passione.
- l’idea che per ottenere le cose la fatica non è un mostro invincibile.
- una salute da far invidia a un rinoceronte.
- l’ammirazione degli altri bimbi al parco e degli altri genitori in spiaggia.
- una forma fisica imbarazzante.
- l’amicizia con l’allenatrice e le compagne di squadra.
- se continua così si pagano le ferie girando con il piattino.
La nostra stagione quest’anno è stata chiusa dalla Paperella, che prima si è guadagnata la finale nazionale della sua categoria e poi si è battuta a testa alta per il 22° posto in Italia (nelle foto qui sotto).
La Leprepazza ha compiuto solo a febbraio gli agognati 8 anni che le danno accesso alle gare federali, e ha esordito con un inter regionale in cui, battendosi contro avversarie più grandi di 1 anno, ha ottenuto il 24° posto nella categoria più top del top (dicesi gold).
Ecco qualche scatto della sua prima, emozionatissima, gara.
Finalmente arriviamo al desiderato week end di mare, per stare un po’ con la Piperita. L’accoglienza è stata quella del video qui sotto.
Non sapevamo se ridere, affogarla o fare gli struzzi.
Oddio ma che meravigliaaaaa! Vedo solo adesso questa carrellata da immagini che lascia davvero a bocca aperta! Ma ora sono curiosa come una scimmia: chi (se c’è un chi) ha trasmesso alle giovani eredi cotanta passione?! Talenti nati, comunque. Brave bravissime!