io: “allora, leprepazza, com’è andato il primo giorno di scuola?”
l: “bello, ho giocato giocato giocato!”
io: “bene, e qual’è il gioco più bello che hai fatto?”
l: “i giochi nuovi!!!”
io: “e sarebbero?”
l: “belli. pelò l’acqua col sole è andata via.”
io: “quale acqua?”
l: “quella nel vaso.”
io: “quale vaso?”
l: “quella che sai che un bambino piccolo ha schiacciato la mia piantina e poi l’ha fatta molta?”
io: “quale piantina morta? quale vaso?”
l: “e invece quelle dell’anno scorso sono diventate alte alte e allola le hanno portate via”
io: “leprepazza, mi sto un attimo perdendo”
l: “sì sì mamma, ma poi l’acqua, nel vaso, non c’ela più!”
io: “aspetta. nel vaso c’era una piantina, poi un bimbo l’ha strappata per sbaglio ed è morta, poi le maestre l’hanno buttata, hanno buttato la terra, hanno riempito il vaso d’acqua (perchè poi?) e l’acqua è evaporata col sole?”
l: “mhmh. no. pelò lo sai che abbiamo un fagiolo che fa i fioli di fagioli? pensa: fa plopio i fioli di fagioli, eh?”
io: “aspetta, aspetta, non introdurre nuovi elementi… è piovuto o l’acqua nel vaso l’hanno messa le maestre?”
l: “è piovuto. no, l’hanno messa le maestle. no, non lo so, non mi licoldo. mi fai il solletico mammina?”
io: “ma in tutto questo, che gioco hai fatto che non ho capito?”
l: “io? io ho giocato nella cucina nuova!”
ok, il racconto c’è. manca solo un attimo di logica e poi posso riuscire a scoprire i misteri della scuola materna.