Di famiglia e family day (post serio ma sincero)

Con questo post forse riusciamo a scontentare tutti, ma qui raccontiamo della nostra famiglia e in ogni famiglia ci sono sempre momenti buffi, momenti difficili e momenti di riflessione. Quindi eccoci qui.

babbo: “Partiamo dall’inizio: siamo pro famiglia?”
mamma: “sì, assolutamente. Questo blog è proprio il racconto della faticosa bellezza del nostro quotidiano familiare”.
babbo: “Giusto: la famiglia. Possibilmente con due genitori e di sesso diverso, perché io non credo che «famiglia» sia semplicemente un qualsiasi posto in cui due persone si vogliono bene”.
mamma: “sì, però penso ci sia molta fame d’amore e che le persone trovano strade diverse, a volte tortuose e complicate, per amare e sentirsi amati. E credo anche che questo non possa essere messo al muro semplicisticamente. Soprattutto credo che non debbano essere esse al muro le persone, prima ancora delle loro azioni”.

babbo: “sono d’accordo (non farci l’abitudine, eh!), ma in questi giorni abbiamo pensato molto alla manifestazione di piazza. Proprio ora sono in tanti a Roma al Family Day, ma io non credo che questo metodo sia adatto alla complessità del problema”.
mamma: “eh, è quello che penso anch’io. Anche se ringrazio e sono contenta per tutti quelli che oggi sono a Roma. Siamo pur contrari anche noi alla legge Cirinnà, anche se crediamo che il modo di affrontare una questione così cruciale nella vita delle persone non possa essere una manifestazione che rischia troppo di alzare i toni del conflitto”.

babbo: “perché mica siamo in conflitto con omosessuali, coppie di fatto, ecc.. Anzi! A me interessa imparare a volergli più bene. Sinceramente. Se penso ai nostri amici non voglio né litigare con loro né costringerli a cambiare, voglio imparare ad accoglierli di più”.
mamma: “e sono più che convinta che voler loro bene – e parlo concretamente, proprio con le facce dei nostri amici in testa – non sia dire che una famiglia vale l’altra, basta che ci si voglia bene ...e tanto meno che un bambino può avere chiunque come mamma e papà, di qualsiasi sesso e indifferentemente dai genitori biologici. Che se poi uno i genitori biologici non ce li ha si cercherà una famiglia che possa amarlo e crescerlo e renderlo felice. Ma questo non gli toglierà mai la fatica e la ferita dell’inizio. Gli rimarrà dentro, come un grido. E anche qui mi vengono in mente tanti amici. Dio fa cose grandi con i nostri cocci, certo, ma questo non significa che sia giusto rompere apposta i vasi della nostra vita e della nostra famiglia…”.

babbo: “solo che quando parli di «famiglia tradizionale» sono in molti capire che secondo noi è una questione di bravura, di adeguatezza personale. Come se il punto fosse «noi ci riusciamo ma gli altri no». Ma non è così. Ci sono famiglie tradizionalissime in cui i bambini non sono né amati né educati, vengono lasciati allo sbando o picchiati. Famiglie in cui i genitori si odiano e si dicono cose orribili e si tradiscono. Ci sono anche famiglie tradizionali come la nostra, in cui i bambini sono amati e i genitori pure, e però si cade e si tradisce (non la moglie, che ci tengo alla vita, ma il nostro desiderio di essere migliori). Anche noi ci facciamo le ossa da genitori sulle spalle delle bambine, traballiamo ogni giorno”.

mamma: “ogni giorno penso che se fossi nelle bimbe o in te chiederei alla fabbrica la sostituzione di mamma difettosa. E invece la cosa più bella che mi avete fatto scoprire è che sono proprio io quella giusta, anche se sbaglio. Perché sono quella di cui loro hanno bisogno. Il mio posto è quello giusto anche se è un posto di battaglia. Ho scoperto che le bimbe hanno bisogno della mamma e del babbo, non importa quanto incasinati sono”.

babbo: “perché siamo quelli che hanno detto il primo sì tra noi, davanti a Dio, e soprattutto un sì davanti alla possibilità delle bimbe di venire al mondo. E tutti i no che dopo dirai ai figli, potranno accettarli perché sentiranno sempre che alla radice della loro esperienza c’è un SI e non un NO”.

E’ un SI che fonda la nostra famiglia, un sì all’accoglienza: quello tra noi all’altare, che poi ha portato a tutti quelli dopo, primi tra tutti quelli detti davanti al primo segno di esistenza delle nostre bimbe, e poi delle nostre famiglie d’origine, degli amici, di chi passa per BorgoMostri, e di tutte le persone, felici, tristi, ferite e contorte che vogliono entrare nella nostra vita, e di tutte le giornate, belle e brutte, che affrontiamo insieme. Non siamo in piazza oggi al family day, ma il family day è ogni giorno della nostra vita, nella nostra famiglia, davanti a chiunque.

E’ un SI che porta la bellezza nella nostra vita. Per questo, anche se siamo CONTRARI alla legge che equipara ogni forma di amore a una famiglia, e SUPER CONTRARI alla nuova forma della stepchild adoption, non riusciamo a ritrovarci in una manifestazione che sentiamo (forse sbagliando) come la difesa della riserva indiana, come un NO a tutto quello che non è famiglia tradizionale, come un tentativo non solo di non fare approvare una legge ingiusta (e fino qui siamo d’accordo), ma anche di costruire una barricata lì dove noi vorremmo imparare ad aprire una porta.

18 Responses

  1. Sono d’accordo (abbastanza ma d’accordo)

  2. Fabiana Brienza ha detto:

    Grazie. È un riassunto molto intenso!

  3. Nunzia Parente ha detto:

    Mha

  4. Andrea Bonera ha detto:

    Grazie per la vostra testimonianza.. è sempre bello leggere i vostri post… Un abbraccio da Brescia

  5. Kiara ha detto:

    Una bellissima chiave di lettura, molto concreta e molto umana. Non sono mai riuscita a spiegarmi completamente perché l’immagine del Oirline accesso ad inneggiare al Family Day mi abbia un po’ perplessa ma ora leggo e…mi ritrovo parecchio. Grazie per questo post, grazie per avermi invogliata a riflettere. ?

  6. HD Miller ha detto:

    Great picture! All of you look fabulous. Beautiful family!

  7. Natascia Mancini ha detto:

    ho la necessità fisica di condividerlo…grazie…

  8. Luca Sartoni ha detto:

    Mi hai sorpreso, positivamente. Grazie per aver condiviso questi pensieri.

  9. Anna Prati ha detto:

    Sono d accordo..

  10. Perché ‘serio’ e ‘sincero’ sono in contrasto ?

    • Giuseppe Lanzi ha detto:

      Ma no, è che i lettori abituali del Blog potrebbero stranirsi davanti a un post tutto serio. Ma per essere sincero fino in fondo non si può prendere l’argomento alla leggera.

      🙂

  11. Giorgio Minguzzi ha detto:

    Post molto interessante. Anche se non chiarisce bene alcuni aspetti. Quali sono i metodi da te usati per contrastare l’approvazione di una legge verso la quale ti dichiari “super-contrario”? Il rischio è che a giudicare tutte le modalità come “inadeguate” si finisce poi per non fare nulla. PS: nemmeno noi siamo andati al Family Day.

    • il viandante ha detto:

      Beh, direi che “essere” è il primo punto. Al di là del family day il punto è come vivo e come testimonio ciò per cui vivo. Quindi ti direi che il modo più efficace per cambiare il mondo è vivere davvero la quotidianità. Nella fattispecie della legge, non credo si sia davvero qualcosa che la manifestazione di piazza possa fare per contrastare la Cirinnà.

      Poi certo, bisogna fare qualcosa. E penso non possa non esistere una modalità adeguata, la stiamo cercando (e ci accettano proposte 🙂 ). Intanto abbiamo cominciato scrivendo questo post e teniamo gli occhi e le orecchie aperte alla ricerca di una sempre migliore.

      Capiamoci, si scende anche in piazza: ci sono stato e ci sarò probabilmente altre volte. Solo che questa volta abbiamo sentito forte l’alzare di un muro e non l’apertura di un abbraccio.

  12. Enrico Taddei ha detto:

    Bellissime parole

  13. Giovanni Poidomani ha detto:

    io sono sì a favore delle unioni gay ma non alle adozioni. E’ la natura stessa che non gli consentedi essere genitori 🙂

  14. Desiree Capuzzi ha detto:

    C’eravamo anche noiiiiii!!

  15. Giorgio Minguzzi ha detto:

    Noto che il mio commento è stato censurato. Conteneva solo una domanda. Ma capisco che era scomoda. Adios.

    • il viandante ha detto:

      Devi scusarci, l’idea non era quella di censurarti. Semplicmente non ho ricevuto la notifica del commento pendente e non me ne sono accorto fino ad ora (sì, lo so… due settimane sono un’esagerazione, ma che ci vuoi fare: sono giorni intensissimi).

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